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Prefazione
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Il programma di gestione
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Azioni dirette
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Azioni di coordinamento
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Azioni indirette
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Azioni di supporto
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Riepilogo generale e quadro economico
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P - L'ufficio di Piano
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Q - Il sistema informativo territoriale
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Programma di attuazione
Prefazione a cura dell'Ufficio di Piano

Come evidenziato nel documento conclusivo, capitolo 6, predisposto da B. Gabrielli e P.Fusero, alla base dell’elaborazione del Programma di Attuazione del Ptp vi è il principio che ha contraddistinto tutto lo svolgersi del lavoro per il Piano Provinciale: la ricerca di operatività attuativa e di flessibilità gestionale. A tal fine si è ritenuto opportuno non individuare rigidamente i tempi di attuazione delle singole azioni poste in essere, ma privilegiare l’identificazione delle priorità realizzative di ciascuna di esse e le interrelazioni che tra di esse intercorrono. Una rigida determinazione dei tempi di attuazione avrebbe, infatti, corso il rischio di dimostrarsi precocemente “invecchiata” di fronte ai velocissimi processi di evoluzione del contesto entro cui il Piano è chiamato ad operare, basti pensare ad esempio al rapido mutare delle condizioni di finanziamento sui singoli interventi.
Sulla base di queste considerazioni il Programma di Attuazione del Ptp distingue le seguenti tipologie di azioni:
1. Azioni di coordinamento. Sono le azioni che rivestono funzione di generazione di altre azioni. Esse definiscono un quadro complessivo di interventi e lo “sfondo” entro il quale gli stessi trovano coerenza e compatibilità reciproca. Coinvolgono un’insieme sempre piuttosto articolato di enti pubblici e/o privati che vengono chiamati alla concertazione delle ipotesi poste in essere dal Piano, ed alla conseguente definizione delle piattaforme di intervento. Possono dar luogo a Programmi Complessi di attuazione (protocolli di intesa, accordi di programma, patti territoriali, etc) e svolgono funzione orientativa delle politiche provinciali di programmazione territoriale. La loro attuazione deve essere ritenuta strategica rispetto all’insieme delle altre azioni.
2. Azioni dirette. Sono azioni che hanno una ricaduta cogente sulle politiche territoriali e sugli strumenti urbanistici sottordinati. All’interno di questa categoria rientrano tutte le azioni inserite nel Programma Opere Pubbliche 1998-2000 (già elaborato dagli Uffici Provinciali) e le altre azioni dirette riguardanti i diversi programmi di settore, la cui realizzazione (nei diversi livelli di progettazione) è ritenuta immediatamente praticabile. Il loro livello di maturazione (dal punto di vista della localizzazione, dei contenuti e dello sviluppo dell’azione) non necessita di ulteriore concertazione con gli enti coinvolti ed esse costituiscono variante agli strumenti urbanistici comunali.
3. Azioni indirette. Sono azioni che pur non avendo una ricaduta cogente sugli strumenti urbanistici sottordinati, costituiscono una precisa indicazione per le politiche territoriali provinciali. Necessitano di un’azione di concertazione con gli enti coinvolti, e solo alla fine del processo concertativo potranno assumere il significato di azioni dirette, e costituire, se del caso, variante agli strumenti urbanistici comunali.
4. Azioni di supporto. Sono azioni, in un certo qual modo, svincolate dalle priorità del complesso degli interventi del Piano, che trovano la loro funzione soprattutto come sostegno e supporto per l’attuazione del quadro degli interventi definito.
E’ bene specificare, a tal proposito, due ordini di questioni: il significato dell’individuazione delle azioni correlate, e la gerarchia delle diverse tipologie di azioni rapportate ai tempi di attuazione. Per quanto concerne il primo punto si è ritenuto importante riportare l’insieme delle azioni correlate, anche se ciò non riveste alcuna dipendenza ai fini attuativi; serve casomai da “promemoria” per la gestione del processo di Piano: la realizzazione di una determinata azione è correlata (e quindi si possono sviluppare sinergie reciproche) a specifiche altre azioni. E’ importante che l’Amministrazione Provinciale abbia questo quadro sempre presente ai fini di saper orientare le sue politiche di investimento. Per quanto concerne la gerarchia delle diverse tipologie di azioni, è chiaro che in linea teorica le quattro tipologie dovrebbero essere consequenziali: prima si definisce l’insieme delle azioni di coordinamento, dal quale vengono generate le azioni indirette che, dopo il necessario processo concertativo tra gli enti coinvolti, fanno scaturire le azioni dirette cogenti sui Piani Regolatori comunali, assunte all’interno del Piano Opere Pubbliche della Provincia. Le azioni di supporto interagiscono con il processo in modo trasversale. Questa però è solo un’impostazione teorica perché è chiaro che non si possa tenere bloccata l’operatività delle azioni dirette (pensiamo ad esempio a quelle già inserite nel POP) in attesa della definizione compiuta delle azioni di coordinamento. Non sarà quindi un processo “a cascata” a governare l’attuazione dell’insieme delle azioni del Piano, quanto piuttosto un processo “di andata e ritorno”, capace di meglio adattarsi alle esigenze dei mercati e dei contesti. Risulta evidente come una simile metodologia possa costituire un quadro di orientamento di tutta rilevanza per la programmazione territoriale; l’Amministrazione Provinciale, pur nella libertà di azione di cui necessità per essere in grado di seguire le rapide evoluzioni della struttura economica e sociale nella quale è chiamata ad operare, dispone di uno sfondo complessivo di orientamento, capace di indicare il percorso e nel contempo essere sensibile ai cambiamenti di rotta che necessariamente si impongono nel corso della gestione amministrativa dell’Ente.

Del resto è anche vero che per la realizzazione dell’assetto infrastrutturale previsto dal Piano, l’Amministrazione è purtroppo chiamata a confrontarsi con le risorse finanziarie e con le dotazioni operative effettivamente disponibili, e, per quanto possa essere auspicabile, Essa non potrà certamente attivare e condurre contemporaneamente tutte le azioni prefigurate dal P.T.P.- A tale riguardo è possibile individuare una scala di priorità sulla base della obiettiva rilevanza strategica che ciascuna azione riveste ai fini del conseguimento degli obiettivi generali di sviluppo prefissati, in modo che l’Amministrazione potrà indirizzare la propria attività anche sulla base di una gerarchia di “necessità”.- Del resto anche il dettato normativo dell’art.5 della L.R. 48/91 prescrive la formazione di un ordine di priorità delle opere da realizzare, che oltretutto diventa vincolante ai sensi dell’art.1 della L.R. 21/85.-
Sulla base di tali considerazioni, con il presente documento viene prefigurata una classificazione per priorità differenziata per le varie tipologie di azioni, ed in particolare:
- PARTE PRIMA: vengono elencate per priorità le azioni dirette, per le quali il Piano riveste immediatamente carattere prescrittivo;
- PARTE SECONDA: vengono elencate per ordine di priorità le azioni di coordinamento;
- PARTE TERZA: vengono elencate per ordine di priorità le azioni indirette;
- PARTE QUARTA: vengono elencate per ordine di priorità le azioni di supporto;
Nella PARTE QUINTA viene infine indicato il riepilogo generale di tutte le azioni, con la consistenza economica per ciascuna di esse, per ogni singolo Programma di Settore nonché per l’intero Programma.-

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