IL SISTEMA IBLEO COME UN “UNICUM DI RISORSE E VALORI INTEGRATI”

 

 

 

 

Sono molti, nel nostro Paese, i territori provinciali e regionali in cui sono evidenti una densa stratificazione di peculiarità geomorfologiche e naturalistiche, di giacimenti culturali, di segni dell'arte e della cultura materiale, di memorie di eventi storici, di tradizioni dei popoli e di opere vitali della civiltà moderna.

 

Il territorio della Provincia di Ragusa (come del resto l'intera isola Siciliana) non si sottrae a questa cognizione.

 

E tuttavia si deve riconoscere a questo territorio una speciale e singolare prerogativa intrinseca: fra i suoi molteplici valori e caratteri territoriali, nessuno di questi esercita un dominio sugli altri.

 

Le relazioni che si istituiscono fra loro generano una sorta di reciproco sostegno, sicché, ad esempio, Santa Croce Camerina è ancor oggi il simbolo vivente della antica colonizzazione rurale dei territori agricoli costieri (relazione fra Centro storico e paesaggio rurale); la fitta maglia dei percorsi storici interseca e connette via via siti dell'archeologia classica, luoghi del lavoro dei campi, le masserie, i centri abitati, gli episodi della produzione; nello stesso tempo questa rete di percorsi si adagia, si deforma, assume andamenti tortuosi o di rettifilo, in ragione della configurazione morfologica del territorio, degli altopiani, delle valli e dei rilievi, dei fiumi da valicare: percorsi tracciati nello spirito della essenzialità che disvelano alternativamente allo sguardo paesaggi della naturalità e quelli dell'azione antropica; orizzonti vastissimi e inquietanti primi piani a ridosso delle pareti scoscese degli altopiani e delle miniere; il reticolo dei muri calcarei a secco delle masserie e le masse arboree della forestazione; le distese "pettinate" dell'agricoltura e quelle bianche abbaglianti delle serre orticole; insigni monumenti del fastoso barocco siciliano e sommessi, quanto mirabili, complessi dell'architettura spontanea.

 

Si è detto sopra che nessun sistema di valori, ne alcuna speciale qualità del territorio prevalgono rispetto al resto.

E così si pareggiano i vari centri comunali, istituendo fra loro molteplici relazioni paritetiche, fieri delle proprie prerogative, della propria indipendenza, delle diverse vicende storiche che li hanno segnati e degli specifici ruoli funzionali che ognuno di essi svolge e rappresenta nel sistema degli iblei.

 

Ancora potremmo dire degli itinerari della archeologia e di quelli naturalistici; del sistema delle rilevanze geomorfologiche e di quello dei paesaggi agrari; della diffusione dei beni culturali e architettonici e del rosario dei centri storici.

 

Da quanto detto nasce una considerazione di carattere generale: la specificità più evidente del territorio ragusano potrebbe essere ravvisata proprio nella diffusione a rete, quasi uniforme di innumerevoli sistemi di valori e di risorse, fra loro intrecciati e stratificati, tutti pervasi da fitte interrelazioni, talché l'uno non possa prescindere dall'altro.

Ecco dunque una delle ragioni del titolo di questo capitolo: "il sistema degli Iblei come unicum di risorse e valori integrati".

 

Ciascuna risorsa e ciascun valore se considerato per se stesso, salvo alcuni casi, non potrebbe essere eletto autonomamente nel novero delle rarità eccezionali.

Ma nel caso degli iblei, la originalità della organizzazione territoriale risiede invece nella compresenza relazionale di tali valori e risorse, dalla quale scaturisce una straordinaria sinergia che li potenzia e, allo stesso tempo, dà luogo ad un nuovo modello superiore di valori che tutti gli altri accomuna.

 

Una seconda ragione della locuzione "unicum" di risorse e valori nasce dalla evidente constatazione della sostanziale integrità fisica della organizzazione territoriale quale scrigno dei valori e delle risorse stesse. Ciò vale, ad esempio, per le relativamente limitate espansioni edilizie dei centri abitati; la rete infrastrutturale ha mantenuto la fisionomia e l'equilibrio di un tempo, quando, per ragioni economiche e costumi più austeri, le opere di ingegneria intrattenevano con il territorio un legame molto più stretto di quanto non avvenga oggi.

Il fatto di essere molto più condizionate dalla disponibilità di materie prime e di energia faceva sì che le loro forme e modalità attuative non fossero del tutto omologate e che si ponessero in un rapporto attivo con il territorio circostante prolungandone nel tempo  la memoria storica.

Allo stesso tempo le opere trasformative più recenti, forse per una sorta di tacita assunzione di quel modello di sviluppo, nella generalità dei casi non hanno assunto un carattere devastante.

 

I luoghi delle bellezze naturali e del paesaggio antropico, pur modificandosi incessantemente, come sempre avviene, con i ritmi e sulla stessa onda della natura che cambia, appaiono ai nostri occhi tuttora riconoscibili e meritevoli di contemplazione.

 

Infine, proprio per i modi ed il senso secondo i quali sono avvenuti lo sviluppo e la trasformazione dell'area Iblea, tra momenti di crescita e di depressione economica, I'insieme delle peculiarità cui si è fatto cenno e la tradizione dello sviluppo misurato ed equilibrato, sembrano essere un patrimonio culturale condiviso e valori sacralizzati nella memoria collettiva, talché il "nuovo" tragga forza e ragione dal "passato".

 

Assume perciò, particolare significato il messaggio secondo cui la tutela e la riqualificazione ambientale, insieme alla messa in pristino dei valori perduti rappresentano un investimento di risorse per produrre ( se non a breve termine ) nuovi e originali valori economici a partire, ad esempio, dallo sviluppo controllato del turismo culturale e naturalistico; dai prodotti a scala industriale dell’agricoltura biologica; dal rilancio degli antichi mestieri facendoli rinascere dalla storia della cultura materiale.

 

La istituzione concettuale del sistema ibleo come “unicum” avendo un respiro di vasta area senza separazioni interne porta con se anche un messaggio verso più ampi orizzonti di valore comunicativo eccezionale: il che è un valore aggiunto non secondario nel nostro tempo dove la produzione di beni immateriali ( appunto la comunicazione, le relazioni interpersonali, la socializzazione, la solidarietà, il volontariato, ecc.. ) ha assunto un rilevante risvolto economico.

 

Quando questo "unicum" sarà penetrato nella più generale consapevolezza operativa, potrà allora tornare sui passi della storia (anzi in simbiosi con essa), aspirando ad una fertile comunione con il Val di Noto e il Siracusano.